
È difficile dire se sia più bella la pioggia o se sia più bello l’arcobaleno.
Qualche giorno fa, di prima mattina, sono passati entrambi, prima una e dopo l’altro. Sono passati sui campi e sui colli, tra le case, sopra le fabbriche e le strade. E sono passati intorno alle scuole.
La pioggia battente, forte e distratta, triste e allegra insieme, la pioggia che nasconde le cose senza nasconderle, che fa rumore senza disturbare, che bagna e lava. La pioggia ti ricorda che là fuori, qualunque pensiero, problema o emozione tu abbia dentro, là fuori le cose continuano ad accadere, con disarmante e rassicurante serenità.
L’arcobaleno vicino e inarrivabile, trasparente e colorato, che si lancia verso il cielo e rimane con i piedi per terra, che chiama il sole e saluta la pioggia, che sembra il portale della felicità, proprio lì a due passi ma quei due passi non finiscono mai, come una promessa, una speranza, un desiderio. L’arcobaleno ti ricorda che là fuori, qualunque pensiero, problema o emozione tu abbia dentro, là fuori le cose continuano ad accadere, con disarmante e rassicurante serenità.
Soprattutto guardando, da dietro le finestre della scuola, con gli occhi dei bambini.

Ogni goccia di pioggia forma un mare calmo e calmo nella nostra mente e con la luminosità dell’arcobaleno, ci dà pace spirituale.
La tua riflessione diffonde le buone vibrazioni. La foto è la cornice perfetta per scrivere.
Manuel Angel
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