Cervelli a senso unico

È un sabato pomeriggio di gennaio.

Potremmo trovarci in mille altri posti simili, ma prendiamo Brendola, precisamente l’incrocio tra via De Gasperi e via Pacinotti, dove si apre l’accesso a senso unico di Piazzetta delle Risorgive.

Arrivo in auto dalla via principale, svolto a destra verso la zona industriale e subito rallento per svoltare di nuovo, stavolta a sinistra, ed entrare nel parcheggio. Sono ormai di traverso sulla corsia opposta quando il varco di accesso viene occupato, contromano, da un’auto in uscita.

Date le scomode circostanze, d’istinto suono il clacson e faccio segno di arretrare. L’altra auto si ferma, attende e dopo qualche interminabile secondo arretra di un metro, lasciandomi giusto lo spazio per togliermi dalla corsia.

I finestrini si abbassano, appare un signore sui 60 anni, padovano secondo la targa. Dico: “Non si può uscire da qui”. Dice: “Cosa vuoi da me?” Dico: “È un senso unico, si può solo entrare”. Dice: “Fatti i fatti tuoi.” Razionalmente non mi sembra una conversazione logica, emotivamente i toni di voce si alzano. Dico: “Guardi il cartello lì davanti, c’è il divieto”. Lui non guarda il cartello e dice: “Cossa te interesa ti? Fora dai piè, dai!” Dico: “Ma caspita, è un senso unico e lei è contromano”. Dice: “Lassame stare, va vanti movate, te gò anca lassà el posto par parcheggiare. Te dovarisi dirme grasie!” Dico, o forse un po’ grido: “Deve tornare indietro, non si esce di qui!” Dice, e chiaramente è il suo asso nella manica: “Ma chi sito ti, un carabiniere? Se non te sì un carabiniere, no sta romparme el c***o”. Conversazione finita, avanzo con l’auto per liberare l’accesso carraio e mi giro per prendere la targa, che però è già svicolata insieme all’auto e al sessantenne padovano.

Parcheggio con addosso un appiccicoso senso di disagio, che attribuisco almeno a due fattori: il primo è chiaramente il fallimento della mia iniziativa civica; il secondo, forse più profondo, è la siderale, incolmabile distanza di punti di vista tra due persone ai finestrini delle reciproche auto accostate.

Allora ci provo. So che è un esperimento complesso e insolito, ma ci provo.

Mi concentro e…

Ora sono io il 60enne padovano, sono capitato di passaggio in questo piccolo paese dal nome strano, disperso nella provincia vicentina, e ho approfittato per fermarmi in un negozio adocchiato per caso lungo la strada. Ora devo andarmene da questo parcheggio sconosciuto, tra auto in manovra e carrelli della spesa. Si può uscire da là in fondo, vicino alla rotatoria, oppure anche dal passaggio qui vicino, da cui ho appena visto passare un paio di auto.

Faccio manovra, mi affaccio al varco e lì davanti, in mezzo alla corsia della strada in cui devo immettermi, si piazza un tizio che mi blocca l’uscita e pure mi strombazza col clacson. Cosa vuole questo qua? Vedo che non si toglie dai piedi e allora arretro un po’ per farlo passare, ma questo tizio di mezza età deve proprio essere un attaccabrighe perché mi si ferma di fianco e abbassa il finestrino. Abbasso anch’io, e comincio a innervosirmi.

La conversazione che segue è già nota. Cambia solo il finale: dopo aver zittito il tizio con la geniale stoccata sul carabiniere, me ne vado tanto stizzito quanto soddisfatto e vittorioso e penso che non ci metterò più piede in questo paese dal nome strano, dimenticato da Dio e popolato da gente rognosa e invadente.

Torno in me, e mi chiedo: al suo posto l’avrei vissuta così? Lo ammetto, forse un po’ sì, forse in un tranquillo sabato pomeriggio mi avrebbe infastidito quel tizio di mezza età e quel suo puntarmi così insistentemente e forse me ne sarei andato con la sensazione di un posto sgradevole, in cui non tornare.

Credo però che, al suo posto, una cosa in più l’avrei fatta. Tra una battuta e l’altra, magari di sfuggita e senza farmi troppo notare, avrei alzato gli occhi per vedere se c’era davvero il cartello di divieto.

E credo che, come spesso accade, una volta alzati gli occhi il cervello sarebbe uscito dal senso unico.

Pubblicato da Alberto Vicentin

Dal 1972 (cioè dall'inizio) residente a Brendola, nella provincia vicentina. Ingegnere chimico, consulente ambientale, giornalista pubblicista e... mi piace scrivere (www.spuntidivista.blog)

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