Coronavirus al lavoro

La nota situazione sanitaria, derivante dalla diffusione del “Nuovo Coronavirus” anche in territorio nazionale e regionale, rende necessaria per i Datori di lavoro un’immediata azione di informazione e di tutela verso i lavoratori della propria Azienda e verso tutte le persone potenzialmente coinvolte nell’attività aziendale.
Siamo consapevoli della particolarità del momento e dell’oggettiva difficoltà, allo stato attuale, nel definire criteri e regole di applicabilità generale e di validità garantita. Non siamo in grado di sapere se il rischio, che ha origini esterne alla gestione aziendale, sia in questi giorni sottovalutato o sopravvalutato né se le misure in atto, cogenti o volontarie, siano effettivamente congrue.
Inoltre, a fronte di precise e restrittive disposizioni istituzionali per la popolazione e di una grande quantità di informazioni disponibili, più o meno accreditate, mancano ancora prescrizioni ufficiali specificamente dedicate alla tutela dei lavoratori e degli ambienti di lavoro, siano essi fabbriche, uffici o centri commerciali, rimandando ancora una volta alla valutazione dei rischi in capo al Datore di lavoro.
In questo contesto stiamo cercando di raccogliere esigenze e spunti e di riproporli in modo fruibile. Già ieri avevamo impostato e distribuito un primo documento orientativo (nella foto ), che oggi abbiamo integrato con ulteriori contenuti di dettaglio per disciplinare i momenti aziendali di aggregazione (come riunioni, corsi, pause ristoro, mense) e i contatti con persone esterne e con il pubblico (clienti, fornitori, appaltatori, reception, sportelli etc.): cerchiamo così di impostare un approccio utile e cautelativo al problema.
Ma è uno dei tanti approcci possibili, fondati sulle competenze, sulle esperienze e sul senso di responsabilità di ognuno. Se non sono daccordo i virologi più autorevoli, come possiamo esserlo noi umili consulenti aziendali?
È per questo che, per ora, preferiamo non pubblicare la versione integrale: la riserviamo ai nostri Clienti, con i quali condividiamo valutazioni, scelte e… rischi.
Naturalmente ogni Datore di lavoro ha facoltà di adottare misure diverse, più o meno restrittive e prudenziali, ed è evidente che qualsiasi futura disposizione normativa sarà automaticamente prevalente.
Il problema sanitario in corso è molto più grande di ciascuno di noi, quanto più grande non sappiamo ma sappiamo che ciascuno con la propria condotta può fare la differenza. Per sé stesso e per gli altri intorno.
Come sempre.
Alla fine torniamo sempre lì: al concetto di rischio, alla sua percezione e a ciò che siamo disposti a investire sulla sua gestione.
In definitiva, che si tratti di un lavoro in altezza, di un semaforo arancione o di un virus venuto dalla Cina, la questione è sempre quella: cosa conta di più?

Pubblicato da Alberto Vicentin

Dal 1972 (cioè dall'inizio) residente a Brendola, nella provincia vicentina. Ingegnere chimico, consulente ambientale, giornalista pubblicista e... mi piace scrivere (www.spuntidivista.blog)

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