
In “tempo di pace” il concetto di CONTATTO STRETTO tra persone in un normale ambiente di lavoro non è in cima agli ordini del giorno, a meno di episodi conflittuali (di quelli in cui si viene alle mani, e pur capita talvolta) oppure di episodi, come dire?, affettivi (di quelli in cui, più o meno consensualmente, si… fondono due spazi individuali, e pur capita talvolta).
In “tempo di pace”, appunto.
Ma in questi giorni, in cui almeno a livello socio-sanitario il tempo non è di pace, anche il CONTATTO STRETTO diventa nel lavoro, e non solo, un concetto determinante e discriminante, che può fare la differenza tra la salute e la malattia, ma può anche fare la differenza tra la continuità del lavoro e la sua interruzione, per i singoli e, potenzialmente, per l’intera azienda.
Ecco allora che torna molto utile un recente documento della Regione Veneto (link sotto), in cui, a pagina 3, viene puntualmente definito il CONTATTO STRETTO, derivando da tale definizione importanti indicazioni operative per i lavoratori e per i datori di lavoro.
Chi l’avrebbe letto fino a 10 giorni fa?
https://www.regione.veneto.it/web/sanita/covid-19-ambienti-di-lavoro